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Facets
di Maddalena Marinelli, testo per azione teatrale

 

Vorrei un luogo in cui non ci fosse né anima, nè spirito, nè coscienza, né pensiero.
Ci sono giorni in cui il cuore sente in modo così terribile da non avere vie d’uscita.
E cresce quest’idea di non poter più venirne fuori.
Che cos’è l’arte? Come ci si arriva?
E’ l’azione di aprirsi un varco attraverso un invisibile muro di ferro, che sembra trovarsi fra ciò che si sente e ciò che si può.
L’artista non è un eroe o un conquistatore audace e intrepido.
Credetemi è un uomo solo, senza armi e senza difese che ha scelto il suo posto faccia a faccia con la
paura.
Pienamente consapevole! E’ nella consapevolezza che nasce la paura.
la paura davanti al mondo esterno, la paura davanti al nostro destino
davanti alla morte
davanti all’ignoto
la paura davanti al nulla
davanti al vuoto

Plasmare dei volti; simboli rigorosi del rifiuto della realtà, di paure interiori, di legami sentimentali, di mutazioni, di violenza.
Ogni volto in fondo è un personaggio nell’atto di esibirsi silenziosamente ad un pubblico.
Un modo per trasformarsi ed essere altro ..Spezzandosi come un guscio che nasconde un’ altra verità. Nascondendosi sotto un velo bianco per sparire o rendersi invisibili. Trattenendo qualcosa che è finito.Mutando per cambiare completamente.
Io cerco la mia identità nell’arte. Io cerco la mia espressione nell’arte. Io cerco la mia verità nell’arte.
Riuscire a creare un’opera che possegga una potenza d’azione primitiva e sconvolgente.
Poterla descrivere semplicemente, asciuttamente, validamente, sensualmente.
C’è una maniera d’entrare nel tempo senza vendersi ai poteri del tempo?
Nessuno ha mai scritto, dipinto o scolpito, modellato, costruito, inventato..se non per uscire dal suo piccolo inferno.
Cercando una via d’uscita, o piuttosto un passaggio, ti accorgi di come sempre di più le porte si richiudano intorno a te, di come noi stessi ne dobbiamo chiudere parecchie, e provare da qualche altra parte e andare oltre. E mi riempie di terrore la coscienza che tutto sia vuoto che tutto sia chiusura. Il che significa isolamento e rifiuto, ma la ricerca continua...
Volti inanimati e bloccati nel gesso. Nella loro espressione-simbolo. Imbastiti di materia plastica e pittorica. Sporgono dalla tela confrontandosi con i vostri volti vivi e reali.. E' una visione. Un'opera che vuole manifestarsi fuori dallo spazio della tela, vuole invadere, cerca forza…..

Testo di M. Marinelli tratto dall’azione teatrale di Laura Sales che introduceva la mostra "Facets"
Centro Culturale G. Morandi, 2005, Roma

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