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Visions

di Stefano Mingione

Una per una, una foto dopo l’altra scivolano via galleggiando sulla superficie  del fiume  che fluttua tenue in una giornata plumbea verso valle. L’acqua porta con se leggere e sensitive  immagini di quell’interiore nel bianco, nel nero, nel grigio che difficilmente si ha il coraggio di rintracciare in se stessi, nei luoghi comuni di un giorno come un altro, nel profumo di uno specchio che riflette l’opposto, nella carne che s’arrotonda come oggetto solitario nella camera silenziosa.
L’immagine ferma, senza tempo ma con l’orologio della vita sulla pelle avoriata testimonia che tutto deve ancora accadere. Il punto di vista nelle luci modulate, soffuse, talvolta dalla prospettiva estrema ci fa scorgere che ogni modo di comunicare per Maddalena è un fine raggiungibile senza paura.
I volti celati delle sue figure umanizzano ed universalizzano i suoi lavori come se ogni corpo altrui potesse sostituirsi al suo se solo...si avesse la sensibilità ed il coraggio per confrontarsi.

E dunque non rimane che seguire il passo del fiume che crea immagini della memoria scorrendo  nella vita nuda di un’anima che non ama parlare, ma osservare in silenzio il passaggio del tempo attraverso le luci velate, sensuali della pelle una per una, una dopo l’altra scivolare sul pelo dell’acqua fino al mare.

VISIONS  Libreria Fahrenheit451 a Campo de’ Fiori – Roma, 2005

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