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Visions

di Stefano Mingione

Vedere e guardare da soli, se stessi come nuvole che passano, da un obbiettivo, da un pennello, da una forma che non vuole essere citazione greca di maschera bianca fluorescente appesa al nostro specchio, ma strenuo, dolce, faticoso cammino là dove le strade non sono ancora scritte. E sono vie infinite di ricordi e sensazioni. Desideri. Sogni concreti di volti incrociati per ripartire da quella lontana ed istintiva comunicazione antropologica che tutti abbiamo nel nostro inconscio, ma pochi hanno il coraggio di rintracciare nelle ore del nostro tempo che seguono un’alba, un incontro, una giornata solo apparentemente come un’altra.
Maddalena Marinelli è là, passeggia con il suo operare, sospesa, senza toccare un sentiero preciso, sempre pronta ad un alito di vento che la spinga in avanti, fiera nella sua delicata forza nello scoprire la longitudine della prossima curva. Chi ha occhi nel cuore, nella dignità e nel futuro se ne sorprende. Non tutti hanno stanze in cui riflettere, luoghi della memoria da rintracciare, posti non discotecari, non turistici, non di quotidiana cronaca, politica, egoperbenismo.

FACETS Grit Art Gallery di via Giulia – Roma, 2004

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